La crisi climatica nell’Esortazione apostolica di Papa Francesco.
La fiducia nelle giovani generazioni
A otto anni dall’Enciclica Laudato si, Papa Francesco riprende l’argomento della cura verso il nostro pianeta sofferente, emanando l’Esortazione Laudate Deum, in cui invita le persone di buona volontà (e non solo i cattolici) ad occuparsi dell’ormai evidente crisi climatica.
La preoccupazione del Papa è tale che non esita a citare lo scrittore russo Vladimir Solovev che diceva: “Un secolo così progredito che persino gli era toccato in sorte di essere l’ultimo”.
L’origine “antropica” di tale crisi per Papa Francesco non può più essere messa in discussione, anche a causa del crescente “paradigma tecnologico” connesso ad una crescita illimitata.
In questo senso Bergoglio si mostra molto informato sia sugli aspetti scientifici della crisi climatica, sia sui tentativi, sinora decisamente insufficienti per combatterla. Ritiene infatti che ”non reagiamo abbastanza, poiché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura”.
E’ a questo punto dell’Esortazione che Papa Francesco introduce le motivazioni spirituali, attingendo alla Bibbia “…Questa responsabilità di fronte ad una terra che è di Dio, implica che l’essere umano, dotato di intelligenza, rispetti le leggi della natura e i delicati equilibri tra gli esseri di questo mondo”.
Tuttavia nel paragrafo Camminare in comunione e con responsabilità il Papa afferma che oggi siamo costretti a riconoscere che è possibile sostenere solo un “antropocentrismo situato”. Vale a dire, riconoscere che la vita umana è incomprensibile e insostenibile senza le altre creature. ….Così mettiamo fine all’idea di un essere umano autonomo, onnipotente e illimitato, e ripensiamo noi stessi per comprenderci in una maniera più umile e ricca.
Si tratta di una presa di posizione coraggiosa e illuminata. Coraggiosa perché intacca la posizione antropocentrica dell’uomo che ne prevedeva il dominio sugli animali e sulla natura, sino a poco tempo fa sostenuta anche all’interno della Chiesa. Illuminata perché si rifà sia a considerazioni scientifiche che ai risultati negativi che giorno dopo giorno ci dicono di un pianeta degradato ed un clima che stravolge i parametri tradizionali che consideravamo immodificabili. I rilevamenti scientifici e le catastrofi naturali (alluvioni, cicloni, le ondate di calore e le siccità prolungate), sono lì ad indicare che senza cambiamenti culturali mantenuti nel tempo non ci saranno cambiamenti duraturi. Bergoglio apprezza le prese di posizione e la mobilitazione dei giovani (sia pure tra rischi di derive ideologiche), ed è convinto che questa sia la generazione che, con studio e passione, può affrontare e risolvere, il problema del cambiamento climatico.
Dietro l’inerzia ad agire il Papa condanna quegli interessi economici che irridono le questioni ambientali. Infine conclude l’Esortazione “Lodate Dio. Perché un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per se stesso”.
Insomma il Papa ci sta dicendo di diventare adulti responsabili, di farla finita con le finte promesse e di provare per davvero a cambiare il mondo.