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Gruppi plogging. Fenomeno in espansione

Esempi di cura del territorio e del bene pubblico.

di Emanuela Spigato

Il 15 Novembre 2024 si è svolta al circolo Bruno Mora di San Marino di Carpi, l’annuale apericena dei gruppi plogging. L’evento ha avuto due principali scopi: uno è quello di creare uno spazio che permetta ai volontari di incontrarsi e conoscersi. Infatti, durante la serata ogni gruppo ha avuto la possibilità di presentarsi. Ci sono gruppi che si sono appena costituiti altri che svolgono l’attività da molto tempo.

Negli ultimi anni, grazie all’instancabile lavoro di divulgazione delle più motivate sostenitrici, il movimento plogging si è molto diffuso.

Durante l’anno ogni gruppo decide in autonomia le uscite e la zona da ripulire. Tuttavia il moltiplicarsi degli interventi ha portato alla necessità di creare una rete per ottimizzare i rapporti con l’AIMAG, ente che fornisce l’attrezzatura e preleva i sacchi dopo le uscite, e per facilitare la comunicazione fra i vari gruppi in modo da poter unire le forze se necessario ed evitare sovrapposizioni di pulizie in alcune zone, trascurandone altre.

La raccolta dei rifiuti è solo una parte dell’impegno svolto dai volontari, infatti per sensibilizzare la cittadinanza su questo problema organizzano raccolte con scolaresche, campi estivi, gruppi scout e della Croce Rossa. Il più delle volte queste collaborazioni portano all’affiliazione di nuovi membri e altre alla costituzione di nuovi gruppi, come è successo con il C.S.M. (centro di salute mentale) di Carpi, il gruppo di giocatori di Cricket di origine Pakistana e altri gruppi sorti nelle frazioni di diversi comuni delle terre D’Argine.

L’altro scopo dell’ incontro conviviale è quello di diffondere i dati raccolti da Legambiente sulle uscite fatte dai gruppi durante l’anno. L’associazione è un partner indispensabile per i gruppi plogging.

Leggere e confrontare i dati con quelli dell’anno precedente ha permesso ai presenti di constatare l’incisività del lavoro svolto e di fare ipotesi sul cambiamento di mentalità sugli abbandoni. Per esempio quest’anno sono stati trovati pneumatici e si può presumere che: essendo terminato l’incentivo ai gommisti per il ritiro delle gomme, qualche automobilista, non sapendo come smaltirle, abbia pensato di scaricarle in campagna.

Si è rilevata una diminuzione dell’abbandono dei sacchi di pattume di indifferenziata, ma un aumento degli ingombranti. Ciò è difficile da spiegare se pensiamo che ogni intestatario di bolletta ha diritto a due ritiri all’anno, semplicemente telefonando all’apposito ufficio delle ente gestore.

Sono inoltre aumentati gli abbandoni di rifiuti edili, probabilmente alcuni cittadini hanno fanno lavori per abbellire la loro casa, ma poi non sapendo come liberarsi dei rottami li hanno gettati nei cortili delle case di campagna non abitate. Con la decodificazione di questi è altri dati il presidente di Legambiente Poltronieri ci ha dato una fotografia del degrado causato dall’abbandono dei rifiuti nelle nelle città, ma soprattutto nelle campagne.

C’è dispiacere nel constatare che non tutti i cittadini hanno a cuore la cura e la conservazione del bene pubblico, ma non c’è rabbia. Ci si interroga a trecentosessanta gradi per capire il perchè degli abbandoni e della poca responsabilità per conservare la bellezza della natura. Non si liquida il tutto con la facile formula della “male-educazione” delle persone. Certo fra i tanti ci sarà il male-educato e i furbetti che pensano di risolvere il loro problema fregando il sistema. Questi vanno individuati e sanzionati.

Ma forse i più, mancano di informazioni sufficienti o non hanno gli strumenti personali adeguati per trovare soluzioni idonee alla questione.

Per non lasciare nulla di intentato, si è anche provato a capire se il regolamento dell’ente gestore ha le maglie troppo strette per certi tipi di rifiuti, creando al cittadino un macchinoso e quasi impossibile percorso per smaltirli in modo adeguato.

Si è anche parlato delle isole ecologiche, della loro accessibilità e capacità di rispondere alle esigenze del cittadino.

Grazie all’ottimo rapporto tra i responsabili plogging e l’AIMAG queste e altre questioni saranno portate sui tavoli di confronto e discussione, per cercare di migliorare la situazione del degrado causata dall’abbandono dell’immondizia.

Alla serata era presente anche il sindaco Righi che ha voluto ringraziare tutti i presenti per il lavoro svolto, ma soprattutto per l’importante segnale di responsabilità e cura del territorio che danno alla comunità. Ha anche condiviso il dispiacere nel constatare che è sempre più diffusa l’idea che si possano usare i luoghi pubblici senza preoccuparsi di lasciarli puliti, tanto c’è chi li pulisce. Se il comune dovesse pagare un ente per raccogliere i mozziconi di sigarette o le carte gettate per strada o nei parchi, l’onere sarebbe così alto da prosciugare gran parte delle risorse economiche comunali. Andare al parco a bere una birra con amici è una gioia e un diritto di tutti, come lasciarlo pulito è un dovere di ognuno. Una volta si vedeva spesso la massaia che spazzava il marciapiede davanti a casa, ora si segnala al comune che la strada è sporca. Sembravano buone abitudini, ma il regolamento del codice civile recita che il frontista ha il dovere di pulire davanti a casa. Tutto questo per dire che il bene pubblico è di tutti e se tutti lo trattassero come trattano i propri beni, facendo ognuno il proprio pezzettino, tutti vivremo in città più belle e ordinate.

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