Per Giorgio Carrubba
GIORGIO CARRUBBA è deceduto in un incidente in motocicletta sabato 26 agosto 2023. Personalità poliedrica, ricchissima di sfaccettature, d’interessi, d’impegni, affrontati mettendosi in gioco. Giorgio è nato a Modica nel 1953; si è diplomato ad Urbino quale insegnante di educazione fisica; qui ha conosciuto Maurizio Paltrinieri, Rolo, Rossella la sua futura moglie; da qui non si è più staccato. Insegnante a Moglia, aveva creato un bel gruppo di ginnastica per adulti, tuttora attivo, e per restare in argomento fece eseguire vari lavori di miglioria della palestra, ha seguito i lavori post terremoto della nuova struttura. Per il terremoto a Rolo è stato coordinatore del campo d’emergenza con gli scout, prima dell’intervento della protezione civile. Un ambito nel quale si è speso tantissimo è l’aspetto religioso, sua creatura è la Caritas locale, gli ambienti ed il numeroso gruppo di persone coinvolte, per allargarsi alla QUINTA Zona, così da mettere in circolo le sinergie tra Rolo, Novi, Rovereto, S. Antonio; seguire di persona i bisogni della gente, delle famiglie, coi pacchi viveri, col pagamento delle bollette, nei tanti e variegati bisogni. Ma il fare era fortemente sostenuto dall’impegno nella chiesa, come formazione permanente, come bisogno spirituale; da qui la figura di segretario del Consiglio Pastorale. Candidato eletto in Consiglio Comunale e Vice Sindaco. Un’altra sfaccettatura della gemma l’abbiamo toccata con mano nella serata della sagra (20 agosto) dedicata alla poesia, l’abbiamo sperimentata più volte nei disegni, nell’illustrazione di libri, fossero per bambini o per adulti. Promotore del carnevale dei ragazzi e interprete coi suoi costumi da clown. Collaboratore de “La nostra gente”, e amministratore dell’APS “La nostra gente”. Ha dato il nome alla scuola materna: “Sinfonia” ed anche al teatro comunale, “Spazio Aperto”, proprio a testimonianza dell’apertura a tutto il paese, in epoca ancora “NOI E LORO”.
ELOGIO di don Michele
Passa un mese dalla scomparsa di Giorgio…
Ricordiamo tutti quella sera del 26 agosto in cui hanno iniziato a volare le voci incredibili della scomparsa di una persona amata da tutto il paese e da tutta la parrocchia di Rolo. Dopo, con un grande dispiacere, è arrivata la dolorosa conferma. E dopo abbiamo iniziato a capire, che cosa realmente è successo. In realtà, fino ad oggi cerchiamo di capire, chi è scomparso dalla nostra comunità, e come è successo – in un momento solo, senza nessun preavviso.
Ricordiamo tutti quella mattina del 4 settembre in cui nella nostra chiesa parrocchiale si è raccolta una marea di persone che hanno voluto salutare Giorgio. Da quando sono a Rolo non ho mai visto così tanta gente raccolta intorno a una celebrazione in chiesa. Quella mattina abbiamo iniziato a capire quanto bene, a quante persone e con quale cuore, ha fatto Giorgio. Ci siamo resi conto quanto lavoro ci aspetta per poter dare la continuità alle opere che seguiva, soprattutto alle opere della Caritas e della “Quinta Zona”.
Nella nostra mente, ma soprattutto, nel nostro cuore, è rimasto quel sorriso di Giorgio e la sua continua prontezza per portare un aiuto, per realizzare vari progetti che hanno sempre avuto una sola finalità – il bene della persona umana e del paese in cui tutti abitiamo.
Questa è la sua eredità spirituale e morale – il bene della persona umana e del paese in cui abitiamo. Dopo questo mese del lutto e del pensiero in silenzio, arriva il tempo dell’agire. Si sono già trovate varie persone che hanno dato la disponibilità per aiutare la Caritas nelle varie opere e progetti che segue. Come parroco, invito tutte le persone della buona volontà al mondo del volontariato. Spesso non c’è bisogno di dedicare molto tempo e delle forze enormi. Ognuno sa che cosa può offrire. Ognuno sa quanto riesce a fare. Nella parrocchia e nel paese sono tante iniziative, tanti gruppi e tante associazioni che portano vari tipi dell’aiuto a chi ha bisogno. Basta guardarsi intorno e ascoltare un po’ il proprio cuore.
Credo, che questa poterebbe essere una bellissima realizzazione dell’eredità di Giorgio, ma anche quella di ognuno di noi. Tutti, ogni tanto, abbiamo bisogno di qualcosa, e tutti, abbiamo bisogno di dare qualcosa a chi intorno a noi ha bisogno. L’aiuto non deve per forza avere le strutture istituzionali. Può avere semplicemente una forma di aiuto tra vicini di casa che si danno una mano a vicenda.
Ringrazio tutti quelli che in questo tempo particolare sanno offrire agli altri il proprio cuore.
Don Michele