Figli? No grazie
Una recente indagine dell’istituto Toniolo sull’avere figli, è stata rivolta a settemila donne tra i 18 e i 34 anni senza figli: il 21% dichiara chiaramente di non volerne, il 29% afferma di essere “debolmente interessata” alla maternità. Queste due posizioni sono esattamente il 50% delle donne intervistate. Il demografo Alessandro Rosina afferma “Avere figli è una scelta libera e le cose non cambieranno cercando di convincere chi non li vuole. Né serviranno le ossessive campagne sulla natalità”.
Quella che si prospetta tuttavia è una catastrofe demografica; si pensi che nel 2023 sono nati in tutto 379.000 bambini. Per fare un confronto nel tempo nel 1964 i nati furono oltre 1 milione, mentre nel 2008 furono 577.000.
Gli esperti nel tratteggiare le cause del fenomeno, individuano da un lato la mancanza di nidi, le carenze del welfare e la difficoltà di un lavoro sicuro. Dall’altro però si comincia anche a considerare un dato esistenziale, quello cioè di coppie che non vogliono figli, perché non fa parte del loro progetto di vita. Li chiamano anche childfree. Di seguito riportiamo le affermazioni di alcuni giovani apparse su giornali nazionali: “Ci chiediamo se sia giusto avere un figlio: il mondo così come lo conosciamo svanirà”. Molti hanno la sensazione di una vita sospesa, “Lo scorso anno abbiamo perso tutto il raccolto per le piogge. Temo che andrà sempre peggio”. Altri affermano di non voler mettere al mondo figli in un mondo al collasso.
Qui naturalmente intendiamo segnalare il fenomeno senza connotazioni moralistiche, soprattutto rispetto alle giovani donne. Nei confronti delle quali troppo spesso veniva esercitato uno stigma sociale, quasi accusandole dell’inverno demografico.
Oggi le coppie scelgono di avere un figlio solo se questo si integra con le proprie scelte di vita e se non ostacola i loro progetti. Altrimenti rinunciano senza rimpianti.
Fatte salve le scelte individuali o di coppia, rimane comunque il problema del calo demografico che già da ora procura problemi. L’arrivo di stranieri potrebbe compensare tale calo e tali arrivi sono in larga misura richiesti dalle imprese, ma i nuovi arrivi di migranti sono ostacolati in molti modi dai governi, non ultimo il trasferimento in Albania. Non solo ma è resa difficile anche l’integrazione di chi è già arrivato, rendendoli vittime del lavoro nero. Qualcuno imboccherà anche la strada delle attività illecite. Il problema del calo delle nascite, per ora irreversibile, potrebbe essere affrontato da un lato con aiuti concreti alle famiglie che vogliono figli (come sta facendo la Francia da anni) e dall’altro con una immigrazione che pianifichi flussi regolari di arrivi. E’ evidente che siamo di fronte a cambiamenti sociali e culturali enormi, ma non li risolveremo certo con anatemi verso chi non fa figli o guardando a soluzioni conservative.