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Dove va Carpi? Tra pragmatismo e apertura culturale

di Renzo Gherardi

Il recente avvio, avvenuto nel mese di settembre 2023, del nuovo Corso universitario di Ingegneria sostenibile, presso il nuovissimo polo edificato in via Corbolani a Carpi,

sembra aver consolidato una spiccata propensione della città.

Ci riferiamo a quel saper fare che aveva già visto Carpi inventare l’industria del truciolo secoli fa, partendo da una materia prima povera e disponibile come i tronchi di alberi locali. Nei secoli si erano poi consolidati quelli che erano stati definiti i “valori depositati”; un insieme di esperienze e competenze tramandate di generazione in generazione. Dopo la seconda guerra mondiale Carpi seppe inventare un’altra industria manifatturiera: quella del tessile abbigliamento, mettendo in campo le esperienze maturate con l’industria del truciolo.

Tuttavia altre voci si levavano per sottolineare altri aspetti.

Un direttore didattico di Carpi agli inizi del 1900, criticava la tendenza dei carpigiani a vedere nel lavoro la più immediata realizzazione sia economica che di soddisfazione personale, trascurando l’istruzione. Tale dato si riscontrava in anni più recenti anche tra molte aziende, che avevano come obiettivi il profitto e la produzione. Sembrava essere esclusa la qualità del prodotto e la soddisfazione “estetica” rispetto al lavoro stesso.

Festival Filosofia 2024, La regina degli scacchi, foto Maurizio Bergianti

Oggi le cose sembrano essere cambiate, almeno in superficie. La presenza di un frequentatissimo Liceo scientifico cittadino, con oltre 2.000 iscritti, sembra invertire la propensione carpigiana a un pragmatismo che ora invece sembra rivolto sia negli studi che nel mondo del lavoro, verso indirizzi diversi dal passato, pur mantenendo tale propensione.

Oggi tuttavia le scuole sembrano impegnate soprattutto ad essere al passo con i tempi.

In questo senso si possono leggere, almeno in parte, i progetti di recente finanziati all’interno del Patto per la scuola.

Tale scelta però rende obsolete le costose tecnologie adottate pochi anni prima, quindi occorrerebbe ripensare quali sono i fondamentali della scuola. Anche perché se questo lavoro non lo fa la scuola, non lo fa nessun altro. Oggi è necessario lavorare sui bisogni fondamentali dei bambini e dei giovani anche per evitare il malessere esistente.

Eppure occorre leggere anche altre tendenze. Il citato liceo scientifico Fanti, ad esempio presenta anche alcuni indirizzi umanistici fra quanti possono essere scelti dagli studenti e ciò apre anche a percorsi in tale senso all’università.

Ne fanno fede i tanti laureati in psicologia e giurisprudenza.

Magliaie a domicilio a Carpi

Dobbiamo citare ancora il festival filosofia, consolidata iniziativa agganciata a Modena e Sassuolo. In ogni caso, almeno a prima vista, non sembra che la filosofia sia la prima preoccupazione dei carpigiani.

A meno che le nuove generazioni, certamente meno legate al luogo di nascita, grazie anche a un mondo globalizzato e all’informatica, non stiano lentamente invertendo la tendenza citata. La preoccupazione è che oltre ad essere competenti in informatica, mondi digitali, intelligenza artificiale e inglese, le nuove generazioni riflettano sulle domande fondamentali per il singolo e la società: chi siamo, dove andiamo?

Si sta sempre più divaricando la forbice fra le scoperte scientifiche, le realizzazioni tecnologiche e l’uso che si può fare. Pertanto diventa sempre più importante un orientamento che aiuti a “restare umani”.

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