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Don Francesco Venturelli. Dono della vita oltre gli steccati

Avviata la causa di Beatificazione

di Renzo Gherardi

Nella notte del 15 gennaio 1946 uno sconosciuto si presentò alla canonica di Fossoli di cui era parroco don Francesco Venturelli, per richiedere la presenza del prete per un ferito rimasto steso sulla vicina statale. Pur consapevole dei rischi che correva, don Venturelli si avviò, ma fatti pochi passi fu ucciso con un colpo di pistola.

Il 18 gennaio successivo il vescovo Dalla Zuanna presiedette i funerali svoltisi senza alcuna enfasi. L’assassinio avvenne nel periodo immediatamente successivo al termine della guerra, periodo in cui si ebbero strascichi di odio di cui don Venturelli finì vittima.

Di recente il vescovo Erio Castellucci ha autorizzato l’avvio della Causa di Beatificazione per il prete di Fossoli. Tale causa era stata sollecitata dal gruppo Scintilla di Carpi, presentando al vescovo, nel corso delle celebrazioni per il 75° della sua morte, una petizione sottoscritta da molti diocesani.

Inoltre lo scorso 18 gennaio sempre su iniziativa del gruppo Scintilla e della Diocesi di Carpi è stato inaugurato a Fossoli (sul luogo dell’assassinio) un cippo a ricordo del sacrificio di don Venturelli. Prossimamente è prevista l’uscita di una pubblicazione con una ricerca biografica e storica su don Venturelli, curata dallo storico Fabio Montella.

Va ricordato ancora che il Presidente della Repubblica il 25 aprile 2006 conferì a don Venturelli la Medaglia d’Oro al Merito Civile.

Francesco Venturelli nacque il 31 marzo 1887 a Ganaceto di Modena.

Fu ordinato sacerdote il 20 settembre 1913 a Carpi. Inviato come cappellano di S.Maria Maggiore a Mirandola, dopo il servizio militare, rientrò in parrocchia dove nel 1924 fondò il primo gruppo scout.

Don Francesco Venturelli

Nel 1935 è parroco a Fossoli dove, fra le altre cose fornì assistenza al campo di Fossoli dal luglio 1942 fino alla morte. Nel campo di concentramento di Fossoli iniziò dapprima a prestare soccorso ai soldati italiani sbandati. Dal dicembre del ’43 intensificò l’opera di aiuto, fornendo vestiario e altri aiuti materiali, distribuì somme di denaro avute da familiari e associazioni. Passava ore ogni giorno per le richieste dei prigionieri finché i tedeschi gli impedirono l’ingresso al campo nuovo. Rivolse allora la sua opera di assistenza al campo vecchio dove erano imprigionati gli internati politici.

Lo stesso don Venturelli lasciò in uno stringato “Resoconto” i motivi del suo impegno rischioso “…un sacerdote compie il suo dovere per imperativo della sua coscienza e per amore di Dio…”. Dopo la Liberazione il campo di Fossoli venne utilizzato per rinchiudervi i fascisti appartenenti alle Brigate Nere. Anche in questa nuova situazione don Venturelli continuò la sua opera di assistenza ai nuovi internati con visite e Messe.

Al termine della guerra fu in corrispondenza con i parenti di ex internati che chiedevano notizie da ogni parte d’Italia, fino alla notte del 15 gennaio 1946, quando fu ucciso.

Cippo in memoria di Don Venturelli alla presenza del Sindaco Riccardo Righi e del Vescovo Erio Castellucci

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