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Demografia, Stranieri e Lavoro

Economia dell’Immigrazione. Il rapporto annuale della Fondazione Moressa

di Renzo Gherardi

Secondo le previsioni di Unioncamere nel quinquennio 2024-2028 le imprese italiane avranno bisogno di 3 milioni di nuovi occupati (esclusa la Pubblica Amministrazione), di cui 640.000 immigrati, pari al 21,3%.

Tale percentuale nel Centro-Nord supera il 25% con punte del 312% in Toscana e Trentino Alto Adige.

Attualmente i lavoratori immigrati danno un contributo al PIL pari all’8,8%; in settori come l’agricoltura e le costruzioni si hanno picchi superiori al 15%.

Lavoratori in metropolitana

Questi dati sono stati forniti dal Rapporto annuale 2024 sull’economia dell’immigrazione della Fondazione Moressa.

Quanto alla situazione demografica dell’Italia il rapporto relativo al 2023 indica in 5,1 milioni gli stranieri nel nostro paese, pari all’8,7 % del totale della popolazione.

L’età media degli stranieri è nettamente più giovane della popolazione italiana: 35,7 anni è l’età media degli stranieri contro i 46,9 anni degli italiani.

Quanto alla natalità per 1.000 abitanti il dato vede tra gli italiani il 6,3, mentre per gli stranieri il dato è 10,4.

A questi dati demografici ed economici vanno aggiunte le “naturalizzazioni”, che nel 2023 sono state 213.000. Quest’ultimo dato ci dice che molto spesso quelli che noi chiamiamo genericamente stranieri, sono già diventati cittadini italiani.

Lavoratore di origini straniere

Il Rapporto della Fondazione Moressa trae una conclusione: quello che spendiamo per gli immigrati in termini di welfare (pensionati, sanità, scuola) è ampiamente compensato dal gettito fiscale positivo che lo Stato ricava dal loro lavoro.

La conclusione è che la bilancia pende nettamente a favore dell’Italia che accoglie.

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