Democrazia e sostenibilità
di Costanza Ricchi
L’Azione Cattolica di Carpi nella sua festa diocesana dello scorso giugno ha riflettuto sulla democrazia nelle sue varie sfaccettature. Con il dottor Francesco Castelli, giurista, abbiamo approfondito il legame tra democrazia e sostenibilità.
Secondo la nostra Costituzione tutti i cittadini hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri. Questo modello di aggregazione non risulta più adeguato alle sfide dell’oggi. E’ il tempo di passare dall’EGO (IO) all’ECO (dal greco OIKOS= CASA). Il singolo cioè non va più considerato come portatore indipendente di diritti e di doveri disgiunto dagli altri esseri viventi, ma va considerato all’interno di una relazione paritaria con gli altri esseri viventi, poiché tutto è diventato interdipendente, viviamo tutti nella stessa casa che va preservata per il bene di tutti. Ogni elemento, che pure gode di autonomia, esiste solo in relazione al tutto e agli altri.
Si tratta di un grande cambio di prospettiva che deve diventare cultura comune, cioè orientare le scelte dei grandi decisori, politici ed economici, per trasformare il modo di vivere e di organizzare le nostre società. In questa nuova configurazione storica è necessaria una nuova intelligenza che sia capace di mettere da parte quell’ottusità che deriva dal porsi nel mondo esclusivamente dal proprio punto di vista. Ecco perché occorre tenere insieme sostenibilità ambientale, economica, istituzionale, sociale.
Secondo l’Agenda ONU 2030 lo sviluppo sostenibile è quello sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere i bisogni delle generazioni future. Pace, giustizia, istituzioni forti sono obiettivi ONU che concorrono allo sviluppo sostenibile. Occorre trasparenza nei processi politici, superare la contrapposizione amico/nemico, fare esperienze concrete di mediazione, osservare i processi evitando superficialità, pregiudizi, riduzionismi, agire come gruppi e come singoli. Occorre fare emergere l’ingiustizia strutturale di una forza impersonale come il mercato che ha portato alcune persone ad essere avvantaggiate e altre svantaggiate, promuovere una giustizia intergenerazionale uscendo dalla malattia del presentismo per allungare lo sguardo sul futuro. E’ una sfida impegnativa. Fake news e ambiente massmediatico iperpolarizzato minacciano la capacità delle maggioranze democratiche di rintracciare la verità: troppe persone non votano sulla base delle loro sincere opinioni su ciò che è vero, ma piuttosto sulla base di una risposta emotiva viscerale alle offese sociali o alle minacce percepite alla loro identità.
Si tratta di realizzare una democrazia non solo elettorale, ma sostenibile, perché la politica torni ad essere una scienza dei legami e la cittadinanza abbia come presupposto etico la ricucitura dei legami sociali.
E’ una democrazia responsabile e riparativa, una sfida per l’oggi che si fa domani.