I colOSSi degli Alloggi. Quei bravi operatori socio sanitari, a Trento
di Luisa Tamanini
Abbiamo accolto e letto con piacere questo articolo pubblicato da Luisa Tamanini sul trimestrale “Tam Tam” del “Centro Franca Martini” di Trento, riscontrando affinità di pensiero e di intenti con EroStraniero progetto rivolto alle persone straniere di Carpi. Così Luisa ci prende per mano e attraverso queste sue parole ci porta all’interno di una comunità ove operano persone davvero straordinarie e molto motivate nella loro professione. Nel racconto di Luisa emerge una grande disponibilità, da parte degli operatori, ad accogliere i migranti e la loro cultura ed anche farli incontrare, ascoltarli, valorizzarli, riconoscerli, dando loro la parola. Inoltre attraverso lo strumento della mediazione e dell’ascolto cercano di risolvere gli inevitabili momenti conflittuali. Capiamo bene il messaggio di Luisa, il suo intendimento a dimostrare che ci sono operatori che ci provano ogni giorno, lottando contro tutto ciò che è pregiudizievole e che porterebbe sicuramente allo scontro e non all’incontro tra persone di diverse culture. Siamo consapevoli di quanto sia complicato, come dice Luisa, incontrare così tante culture. Provare a farle convivere e a condividere, imparando a stare insieme. Pensiamo anche che solo attraverso la comunicazione e l’apertura verso l’altro sia possibile far germogliare frutti. Il discorso di Luisa ci è parso importante e ricco di spunti per la riflessione. Per questo abbiamo pensato di pubblicarlo.
Valeria Magri
I ColOSSi degli Alloggi sono loro: Antonia, Erika, Luca, Ludmilla, Maria, Monica, Nadia, Ina, Rino e Zamira.
Sono gli Operatori Socio Sanitari che lavorano a turni, H24 e 7 giorni su 7, presso gli Alloggi ATSM Franca Martini.
Il centro Alloggi è un servizio che si configura come “comunità di accoglienza” per persone con disabilità e ha la finalità di offrire una risposta ai bisogni di accoglienza e residenzialità temporanea a persone con patologie neurologiche, residenti nella Provincia di Trento.
La risposta assistenziale che può essere di breve periodo (sollievo) o lungo periodo (accudimento e cura), è flessibile, adeguata a recepire le diverse esigenze delle persone accolte e integrata con il sistema dei servizi riabilitativi di ATSM e altri servizi territoriali.
Gli OSS si occupano principalmente dell’assistenza diretta alle persone, offrendo interventi igienici, socio sanitari, lavorando in equipe con gli Infermieri e l’Educatrice Professionale.
La loro missione è quella di garantire il benessere della persona assistita, attraverso l’aiuto finalizzato a far riacquisire autonomia e progettualità futura.
La figura dell’Oss, che è tra le più richieste in ambito sanitario per la cura dei pazienti, si trova ad operare a contatto con persone molto fragili e con oggettive difficoltà gestionali, fisiche e psicologiche.
La lunga esperienza degli Operatori agli Alloggi, ha permesso loro di incontrare e conoscere molti pazienti, le loro storie di vita – dolorose e difficili, ma nel contempo ricche di senso e significato.
Nel corso degli anni la tipologia delle persone accolte è cambiata, adeguandosi alle nuove esigenze ed emergenze sociali.
Oggi, agli Alloggi, sono accolte dieci persone di varie provenienze: Italia, Marocco, Argentina, Nigeria, Tunisia, Pakistan. Soprattutto con gli stranieri è stato necessario individuare nuove strategie comunicative, sia per ovviare alla cosiddetta “barriera linguistica”, sia per mediare tra le diverse culture.
In questo delicato percorso, fondato sulla necessità di capirsi e comprendersi, l’equipe ha conosciuto culture molto differenti tra loro e questo ha reso necessaria una straordinaria apertura empatica verso “l’altro, diverso e nuovo”. Questa apertura, non sempre scontata, offre l’opportunità di allargare la propria visione del mondo e dell’umanità.
La cultura pakistana, per fare qualche esempio, è caratterizzata da un tipo di comunicazione indiretta, prevale cioè la tendenza ad esprimersi attraverso lunghi giri di parole e lunghe pause. I confronti diretti e le critiche possono essere interpretati negativamente. Nella cultura pakistana è una forma di maleducazione dire di “no”, e per questo motivo può capitare che le persone rispondano affermativamente anche se non sono d’accordo, solo per mera formalità.
La cultura marocchina, invece, è caratterizzata da un tipo di comunicazione indiretta basata sul contesto e sulla relazione tra gli interlocutori. La comunicazione verbale è fatta di sottointesi – vaghi ed imprecisi – e molte informazioni sono date per scontate. Nella comunicazione, inoltre, il linguaggio non verbale (gesti, espressioni facciali, mimica, tono della voce, posizione e movimento del corpo) assume un ruolo decisamente rilevante.
Nella cultura nigeriana – come in quella marocchina, il linguaggio non verbale è molto importante: gesti, espressioni facciali e movimenti del corpo, aiutano a migliorare la comprensione del messaggio. Gli Yoruba, una popolazione della Nigeria sud occidentale, usano spesso proverbi e strofe di canzoni per rendere più incisiva la loro comunicazione. In generale, i nigeriani tendono a rivolgersi all’interlocutore con cortesia e rispetto; le persone vengono spesso chiamate “zio”, “zia”, “capo”, “dottore” usati al posto del nome proprio. Gli individui, soprattutto nella zona più a sud del Paese usano un volume di voce alto, che può essere frainteso, soprattutto perché la percezione occidentale della voce alta è quella di persone che litigano, anche se in realtà stanno solo conversando.
Questi esempi, appena citati, sono solo uno spaccato delle diversità culturali ed antropologiche con le quali l’equipe degli Alloggi si confronta ogni giorno e che, come è intuibile, può essere uno spaccato foriero di equivoci e fraintendimenti che possono sfociare talvolta in conflitti di vita quotidiana.
E’ risaputo, infatti che i vari gruppi umani giudicano giuste o sbagliate cose diverse in base ai propri usi e costumi, leggi, credenze tradizionali e convinzioni etiche e filosofiche. Alcune popolazioni amano vestirsi molto colorate, altre no; in alcune culture si praticano i sacrifici umani, mentre per la maggioranza dell’umanità è una turpitudine, qualcuno crede in una divinità e qualcuno in un’altra. Gli esempi, in tal senso, sono infiniti.
Negli anni, gli Operatori hanno affrontato molte situazioni diverse e difficili, che talvolta si sono complicate proprio per la necessità di mediare tra culture, caratteri, personalità differenti. Per gli Operatori, allora, la professione si declina oggettivamente in un “prendersi cura” della persona che significa andare oltre l’intervento clinico per “occuparsi” della persona in senso olistico e cioè tenendo conto oltre che dei bisogni organici, anche di quelli psicologici, relazionali, emotivi e nel rispetto della cultura di riferimento.
Quella degli Oss- e in generale le professioni di aiuto – è davvero una”missione colOSSale” che richiede preparazione, impegno, volontà, determinazione, motivazione, capacità di mediazione, voglia/sogno di “cambiare un po’ il mondo”.
“Se puoi sognarlo, puoi farlo” lo diceva anche Walt Disney!
Una risposta a “I colOSSi degli Alloggi. Quei bravi operatori socio sanitari, a Trento”
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Grazie per la spiegazione di quanto avete raccontato, in modo magistrale, per il lavoro che c’è dietro, e quanto si stia facendo, nell’accogliere le persone: di culture differenti!
È già un miracolo per I risultati ottenuti: nella comunità: OSS, a Trento e Ero Straniero, a Carpi!
Siete “Pellegrini di speranza” , come dice Papa Francesco, per questo anno santo!
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