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La “Tavola Amica”. Mangiando e conversando incontro l’altro

Approccio cordiale e sostanziale
di Emanuela Spigato

Durante la conversazione della redazione con Nicola Marino, presidente del consiglio direttivo della Casa del Volontariato di Carpi sui cambiamenti che sono in atto nel mondo del volontariato, sulla diffusa cultura capitalista e del pensiero egocentrico che stanno mettendo in crisi il terzo settore; abbiamo provato ad individuare quale potrebbe essere la strategia migliore per invertire la rotta.

Fare rete fra le associazioni, trovare metodiche efficaci per leggere e dare risposta ai bisogni sociali, cercare nuovi linguaggi per arrivare a chi è lontano da questa realtà: ci sono parse buoni approcci.

Con tutti questi pensieri mi sono recata a conoscere la realtà di “Tavola Amica”, un progetto nato nel Gennaio del 2023, su acuta lettura da parte di Paolo Ballestrazzi dell’associazione “Ho Avuto Sete” e di Andrea Maccari della cooperativa sociale “Il Mantello”, di un disagio sociale che si è acuito durante la pandemia.

Il progetto prevede l’organizzazione di un pranzo aperto a tutte quelle persone che hanno voglia di trascorrere una domenica in compagnia in un clima di amicizia e di allegre chiacchiere.

Idea tanto semplice quanto geniale, perché crea un’occasione gioiosa di incontro, tra persone sole o isolate, problema presente soprattutto tra anziani e individui fragili, ma anche tra le famiglie.

La formula è elementare, ma l’organizzazione è molto impegnativa, soprattutto per il gran numero di persone coinvolte.

Dopo sedici mesi di attività sono 12/13 le associazioni, che si alternano tutte le domeniche e le festività, per organizzare il pranzo, come ci spiega Danila Bergamaschi della parrocchia di Cibeno, che con alcuni altri parrocchiani, nel giorno della mia visita erano di turno per preparare il pasto, in un clima di allegro servizio.

Ogni gruppo decide il menù in base al budget che gli è stato fornito dai responsabili, fa la spesa e si organizza. Danila ci racconta che da alcune settimane c’è un accordo con l’Emporio “Cinquepani” e gli organizzatori per la fornitura degli alimenti.

Una peculiarità di questa attività è che i gruppi di volontari sono stati tutti contattati personalmente dai promotori del progetto, i quali hanno pescato in ogni settore associativo. La prontezza con cui i vari gruppi hanno aderito sottolinea l’idea che la solitudine e l’isolamento sono un malessere trasversale. Questo può interessare tutti, è colto da molti come una difficoltà a cui dare risposta.

Al pranzo partecipano persone inviate dalle Caritas Diocesana o dai servizi sociali, come pure famiglie e amici di chi in quella domenica presta servizio in cucina.

Ci sono volontari che si occupano di effettuare il trasporto per le persone che hanno difficoltà nella mobilità e altri che, non avendo particolari doti culinarie, si occupano dell’intrattenimento postprandiale.

Il pranzo è preparato e consumato nei locali del Circolo Bruno Losi. Avere sempre la disponibilità degli stessi locali è gravoso per il circolo, ma molto importante per creare negli ospiti stabilità, abitudine e familiarità.

Tutta l’attività si sostiene con fondi elargiti in parte dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e in parte da privati.

Dopo aver conosciuto questa realtà ho fatto mio il pensiero di Nicola Marino il quale : “Si aspetta che il mondo del volontariato nella sua evoluzione dia il suo contributo per capovolgere la tendenza del calo delle presenze nel mondo del volontariato facendo proposte che portino al radicarsi di una visione comunitaria della società, dove ogni persona, portando benessere all’altro, trova benessere“.

Tavola Amica” potrebbe essere un esempio virtuoso di risposta alle aspettative del presidente della Casa del Volontariato?

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