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Festa dei migranti e dei rifugiati. L’impegno di “Migrantes”

di Emanuela Spigato

Colori, musica, gioia e condivisione sono gli ingredienti che hanno caratterizzato la festa interdiocesana del migrante e del rifugiato che Domenica 24 Settembre 2023 si è svolta presso la parrocchia di San Giuseppe Artigiano di Carpi.

Prima della messa, presieduta dal Vescovo Erio Castellucci, le varie comunità hanno allestito uno spettacolo, portando in scena danze, canzoni con costumi tipici delle proprie tradizioni, in un crescendo di spumeggiante allegria e conoscenza. Le esibizioni sono state presentate da Ornella Ganyep Pouankapial, originaria del Camerun, e da Vasyl Svitun, originario dell’Ucraina, entrambi membri molto attivi dell’equipe interdiocesana Migrantes.

Una manifestazione non solo di folklore, ma anche di toccanti testimonianze ispirate dal tema della giornata: “ Liberi di scegliere se migrare o restare”. Alcuni partecipanti hanno raccontato il dolore di aver lasciato le persone care, il loro Paese e la fatica di vivere da immigrati o rifugiati. Nonché il loro grazie alla Nazione che li ha accolti, dandogli una nuova opportunità di avere ciò che tutti desiderano: “ Un lavoro, una famiglia e un futuro sereno per sé e i propri figli.”

Le ore trascorse insieme hanno creato un clima di calda fraternità e la consapevolezza che ciò che univa tutti i presenti in quella festa non era solo il desiderio di conoscersi e di creare una pacifica convivenza, ma qualcosa di più grande: una fede comune.

Sentimenti confermati anche durante la celebrazione eucaristica, animata dai diversi gruppi con canti e preghiere nella loro lingua.

Dopo la messa, il vescovo si è incontrato con i cappellani che seguono le varie comunità cattoliche di stranieri. Mentre il resto dei presenti ha continuato i festeggiamenti nel salone parrocchiale, dove è stata consumata una cena comunitaria in cui ogni persona ha portato e condiviso alcuni cibi tipici della propria tradizione.

La partecipazione a questo bel e riuscito evento mi ha acceso il desiderio di conoscere meglio questa realtà. Ho chiesto ai coniugi Croci di raccontarmi il loro impegno all’interno della fondazione Migrantes.

Il diacono Stefano Croci mi narra che nel 2005 ha cominciato un percorso di conoscenza con alcune famiglie di Sinti che abitano a Carpi e nel tempo si è avviato un percorso di catechesi. Poi la pastorale si è allargata ai membri dello spettacolo viaggiante che, nel reciproco scambio di informazioni, lo hanno messo al corrente di far parte del movimento Migrantes. Da quel momento nasce in lui il desiderio di conoscere e collaborare con questo organismo della Conferenza Episcopale Italiana, costituito nel 1987, con il mandato di curare la pastorale della mobilità umana, cioè di tutti quei credenti che per scelta o per necessità si spostano da un Paese all’altro.

Il movimento è presente e lavora su tutto il territorio italiano. Per essere più incisivo nel suo agire, ha suddiviso il suo operato in 5 ambiti che raccolgono i bisogni religiosi di emigrati italiani, immigrati, rifugiati e richiedenti asilo, nomadi e lo spettacolo viaggiante ( circhi e giostrai).

Quando si migra o ci si muove spesso, si viaggia leggeri, si porta con sé ciò che ha un valore affettivo e spirituale e la “fede” è quasi sempre nel bagaglio.

Nel momento in cui si arriva in un Paese nuovo nel quale lingua, cultura, tradizioni e talvolta la religione sono diversi dalla propria, non è sempre facile trovare spazi in cui poter esprimere la propria devozione.

Ogni individuo che si sposta ha esigenze di culto diverse a cui bisognerebbe dare una risposta personalizzata. Le Cappellanie sono un ente della fondazione Migrantes che, all’interno di alcune parrocchie, dà la possibilità all’immigrato di incontrarsi con i suoi connazionali per allacciare rapporti di aiuto e sostegno, nonché celebrare i riti religiosi nella propria lingua e tradizione.

Diversa è la risposta per lo spettacolo viaggiante che chiede il catechismo e la somministrazione dei sacramenti per i bambini durante il proprio soggiorno nelle città.

In Italia la cura per la pastorale dell’umanità in movimento, nasce dalla sensibilità di San Giovanni Battista Scalabrini che alla fine dell’Ottocento e all’inizio del Novecento fonda e invia le sue congregazioni missionarie negli Stati Uniti a sostegno degli emigrati Italiani.

Con questo spirito di sensibilizzazione per la condizione dell’immigrato nel 1914 viene istituita la prima “ Giornata mondiale del migrante e del rifugiato”. Che quest’anno ne ricorre il 109° anniversario, come recitava la scritta sul libretto della messa.

Il diacono ci spiega che a Carpi non ci sono Cappellanie in quanto la maggior parte degli immigrati sono di religione musulmana o cristiani non cattolici. Per dare una risposta a questa sua sensibilità verso l’altro, da molti anni è impegnato come volontario di Migrantes nella consulta dell’Unione Terre d’Argine per l’integrazione dei cittadini stranieri.

Organo comunale nel quale ha collaborato alla realizzazione di iniziative che vedono impegnate persone di diverse nazionalità, che desiderano far conoscere le loro tradizioni e incontrare gli altri cittadini di Carpi.

A tale scopo dal 25 al 28 Ottobre si celebrerà il “Festival Della Migrazione 2023″ che vuole essere un’opportunità di incontro e conoscenza fra tutti i popoli presenti a Carpi e non solo.

La conversazione con i coniugi Croci mi ha aiutato a prendere coscienza di quanto poco conosco la realtà dello straniero che mi vive accanto e di quanta ricchezza c’è nell’altro che io ignoro.

Volendo fare una riflessione ad ampio respiro, non posso non pensare che il mio futuro sarà sicuramente a colori multietnici.

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